Archivio di Stato di Treviso

Scopo dell'allestimento documentario è far comprendere l'importanza delle fonti archivistiche per la storia del paesaggio e del territorio, con particolare riferimento a quei fenomeni naturali che hanno la capacità di sconvolgere e modificare per sempre l'ambiente in cui l'uomo vive e al quale si sforza costantemente di dare forma con la propria opera.

Il paesaggio agrario del trevigiano era caratterizzato da vaste distese di campi coltivati a frumento e granturco e separati da lunghi filari di alberi (in genere salici o aceri) cui veniva maritata la vite; da corsi d'acqua e canali, lungo le cui rive si dipanavano lunghe teorie di frassini e salici per difendere il terreno dall'azione erosiva dell'acqua; da numerosi mulini che sfruttavano la forza motrice dei fiumi; da insediamenti abitativi più o meno popolati; da città laboriose e ricche di storia.

La mostra analizza, nel corso del tempo, i sentimenti dell'uomo di fronte alle grandi calamità, i tentativi di fornire una spiegazione alle stesse, di farvi fronte, cercando soluzioni per limitare, ad esempio, i danni recati dalle inondazioni.

L'esposizione, che ha suscitato interesse anche tra i ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, è rivolta a tutta la popolazione ed in particolare alle giovani generazioni cui è demandato il compito di preservare i valori paesaggistici e culturali del territorio affinché lo sviluppo del medesimo possa avvenire in modo consapevole e sostenibile.